Con il termine lombalgia s’intende comunemente un quadro clinico caratterizzato da dolore in zona lombo-sacrale; colpisce il 70-80% della popolazione, almeno una volta nella vita e tende a divenire ingravescente con l’avanzare dell’età. In base alla durata della sintomatologia, la lombalgia viene classificata in acuta (dolore inferiore alle 6 settimane), sub-cronica (dalle 6 alle 12 settimane), cronica (superiore alle 12 settimane).
In genere un episodio di lombalgia acuta si manifesta con comparsa improvvisa di dolore intenso a seguito di un movimento brusco o di uno sforzo consistente che ha interessato la schiena e può essere seguito da una contrattura muscolare antalgica che impedisce al soggetto colpito di recuperare la stazione eretta in breve tempo, come invece dovrebbe avvenire.
Il dolore può essere molto intenso ; esso, inoltre, può non limitarsi alla zona lombare, ma irradiarsi verso i fianchi e i glutei, più raramente verso l’alto.
I fattori di rischio comprendono: attività fisica pesante; lavoro ripetitivo anche associato a vibrazioni (es.: martello pneumatico, trapano); posture non corrette (con piegamenti frequenti, torsioni, sollevamento, tiro, spinta, posture statiche).
I fattori di rischio psico-sociali includono: ansia, depressione, insoddisfazione per il lavoro e stress psicologico. Questi ultimi possono agire sulla componente muscolare (contratture), coinvolgendo la componente legamentosa e capsulo-articolare vertebrale.
Consigliamo sempre, prima, una seduta conoscitiva per valutare il più efficace percorso riabilitativo.